lunedì 1 febbraio 2016

Yemanja



Siamo ritornate a scrivacchiare sul mio caro Blog. Di recente l'ho trascurato parecchio, ma il periodo è come sempre parecchio frenetico. Ebbene ci siamo! Domani si celebrerà una delle feste che amo di più in assoluto e la sua protagonista sarà Yemanja, la Dea africana dei mari. Il suo nome significa "Madre i cui figli sono pesci" 
Sincretizzata con la Vergine Maria, rappresenta in pieno la figura materna, benedice la fertilità e favorisce l'abbondanza ed è proprio per questo che viene raffigurata con due enormi seni che utilizzò per allattare figli suoi e non. Le leggende su Yemanjá sono moltissime, ma la più famosa è senz'altro quella secondo cui avrebbe accettato di diventare la moglie di Olofi, re di Ifé, solo dopo avergli fatto promettere che non avrebbe mai fatto alcuna allusione ai suoi grandi seni. Una sera però lui, dopo essersi ubriacato, cominciò a fare battute su di essi e la suscettibile regina, senza pensarci troppo, se ne andò. Subito pentitosi, Olofi le corse dietro, ma Iemanjá prima di sposarsi aveva ricevuto in dono da sua madre Olokum, dea dell’oceano, una bottiglia contenente un liquido magico che avrebbe dovuto rompere quando si fosse trovata in pericolo. Così, vedendosi inseguita, frantumò l’ampolla e dal liquido in essa contenuto si formò un fiume che la trascinò via. Non rassegnato a perderla, Olofi si trasformò allora in una collina e le sbarrò la strada: se lei cercava di passare a sinistra, lui si spostava dalla stessa parte e altrettanto quando tentava di passare a destra. A quel punto Iemanjá invocò Xangô, suo figlio prediletto, il quale dopo aver riunito tutte le nubi scagliò un fulmine che divise in due parti la collina permettendo così a sua madre di passare in mezzo e ricongiungersi ad Olokum: da quel momento Iemanjá si sarebbe sempre rifiutata di tornare sulla terra. Oltre a essere madre naturale o adottiva di quasi tutti gli orixás, Iemanjá è anche colei che protegge la testa di tutti gli esseri viventi, pertanto in un certo senso è anche l’orixá per antonomasia (dato che il termine orixá significa appunto “energia della testa”). Ecco come lo è diventata. 
Quando Olodumaré, dopo aver creato il mondo concesse un dominio ad ognuno degli orixá, attribuì a Iemanjá la cura della casa di Oxalá (il suo marito per così dire principale): ovvero l’educazione dei figli e le faccende domestiche. Vedendosi costretta a lavorare come una schiava mentre gli altri orixás ricevevano continuamente omaggi e offerte, lei prese a lamentarsi di tale ingiustizia con il marito, che dopo un po’, subissato dalle lamentele e non riuscendo più a sopportare la situazione, impazzì. A quel punto Iemanjá, rendendosi conto di ciò che aveva fatto, preparò dei medicamenti utilizzando piante e frutti vari, e si mise a curarlo. Lo fece tanto bene che Oxalá in pochi giorni guarì e, grato, andò da Olodumaré convincendolo a concedere a Iemanjá il dominio su tutte le teste. Da quel momento anche a lei fu reso omaggio quanto e più che agli altri orixás.
Considerato quanto si è detto finora, ma anche l'nflusso a dir poco fondamentale che possiede il mare nella vita della gente di Bahia, si può ben intuire la grande importanza che essi attribuiscono alla «Rainha do Mar». E infatti la festa a lei dedicata, che si celebra il 2 febbraio, è la più importante tra le ricorrenze legate al candomblé: in quel giorno una folla innumerevole, composta da bianchi e neri, ricchi e poveri, si riunisce alla Casa do peso, nel quartiere di Rio Vermelho, a São Salvado, recando doni per la grande Mãe das Águas. 
Con questi doni, che consistono in cibo, fiori, bamboline, nastri, stoffe, saponette, pettini, profumi, orecchini, specchietti (perché Iemanjá è molto vanitosa, anche se non tanto quanto Oxum, naturalmente), assieme a biglietti recanti le suppliche, vengono riempite ceste di vimini successivamente caricate su pescherecci, barche e jangadas dai quali, una volta al largo, vengono gettate in mare: se i doni, invece di affondare tornano a riva è segno che la dea non li ha graditi, ma questo non succede mai… e così la festa si conclude sempre gioiosamente tra canti e danze al ritmo degli atabaques.
Le figlie di Iemanjá hanno uno spiccatissimo senso della famiglia e sono molto altruiste, protettive, sensibili, ma spesso possono anche diventare aggressive, soprattutto quando sono chiamate a difendere i propri figli. Sono spesso un po’ troppo rigide, e in loro è molto forte il senso della gerarchia. Infine sono molto vanitose, amano il lusso e non sopportano la solitudine.
 

Caratteristiche
Saluto: Odó Iyá
Dominio: Mare
Axé: Fertilità, maternità, la testa di tutti gli esseri viventi
Sincretizzazione: Nossa Senhora da Conceição
Giorno della settimana: Sabato
Colore: Argento, azzurro, verde acqua
Strumento: Abebê (specchietto)
Cibo (offerta): Mais bianco
Minerale: Acquamarina
Fonte: Musibrasil

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